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Turchia. Padiglione tra storia e modernità

Il 'Nar' ispira l'architettura e racconta i popoli che hanno reso fertile l'Anatolia

Ingresso del Padiglione Turchia
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Padiglione Turchia: 'Digging into history for future food. Foto Expo 2015/Daniele Mascolo. Giardino del Padiglione Turchia. Vista d'insieme del Padiglione Turchia. Altra vista prospettica d'insieme. La forma richiama la stilizzazione dei palazzi storici della Turchia. Vista rendering dall'alto. Il padiglione è composto da un giardino di 800mq con stagno. La parte aerea richiama il reticolo interno del melograno.

Il simbolo che rappresenta tutto il Padiglione della Turchia è il Nar, il melograno, inserito nel logo ufficiale, frutto che per la sua conformazione naturale ha il significato di racchiudere la diversità e l'uguaglianza, l'unità e l'insieme. Da sempre considerato simbolo di fertilità e abbondanza, il melograno ispira anche le linee essenziali dell'architettura del padiglione. Un'ampia superficie circondata da giardino e posto sul lato est del cardo, vicino all'ingresso est Roserio, tra il Padiglione Monaco e la Service Area H1.

Il Padiglione è il racconto di una storia antica quanto la sua popolazione, di un Paese, per la sua posizione geografica definibile Europa eppure chiamato Asia Minore, che per la sua forma e collocazione è un ponte geografico tra due continenti e tre grandi civiltà: quella europea, quella orientale e quella araba.

Il Concept

Il Concept del Padiglione Turchia è "Scavare nella storia per il cibo del futuro". Un tema ispirato dal "Nar" e dai 12.000 anni di storia della popolazione turca. Il melograno è preso anche come figura della fertilità agricola del Paese. E uno degli elementi sviluppati è il ritorno a tecniche di coltivazione tradizionali, reinterpretate e rivalorizzate grazie alle tecnologie odierne.

Obiettivi della partecipazione

La Turchia intende collaborare a livello internazionale per risolvere i problemi della fame nel mondo, della qualità dei cibi. Nell'esposizione interna mostra gli obiettivi che come Stato si pone per il presente e il futuro del pianeta.

A partire dalla conservazione delle specie vegetali in via di estinzione tramite banche genetiche, attraverso un piano globale che prende spunto dal "Programma di sviluppo del grano Triticum".

Altro obiettivo turco è ereditare i processi tradizionali di produzione di alimenti, tramandarli alle nuove generazioni e fonderli nella cucina turca.

Nel campo dell'agricoltura viene presentata la tecnica dell'irrigazione mobile, basata sull'energia solare e l'uso di bio-pesticidi. Tecnica da diffondere a livello globale.

Architettura del padiglione turco

L'edificio vuole essere un moderno caravanserraglio, con un ampio cortile e un porticato, dove anticamente sostavano le carovane che attraversavano il deserto.

La struttura si presenta divisa in tre spazi, uno aperto, uno semiaperto e un terzo chiuso. Negli spazi aperti, oltre un ampio giardino con stagno e alberi di platano, numerosi elementi architettonici richiamano il contributo artistico delle diverse civiltà dell'Anatolia.

Ne sono un esempio la Fontana ottomana, detta "Sadirvan", solitamente costruita nel mezzo della corte della moschea, sovrastata da una cupola, e usata per le abluzioni.

Il Padiglione ospita anche la ricostruzione del tempio religioso di Göbeklitepe, situato nella regione sud est della Turchia. E poi ancora la riproduzione del Palazzo Topkapi, Patrimonio dell'Unesco dal 1985, dimora dell'Impero Ottomano per 400 anni.

Fisicamente, l'interno del padiglione si divide in 7 camere semi aperte diverse una dall'altra, di cui 5 usate per mostre ed eventi tematici; una è riservata al negozio di souvenir e l'ultima al ristorante turco.

I progettisti e ideatori del Padiglione, nonché organizzatori, sono i creativi della dDf dream Design factory, agenzia internazionale di comunicazione e design turca. Nata nel 1993, dal 2005 cura la Settimana dell'Innovazione in Turchia, evento internazionale molto importante, per la promozione del Paese nel mondo. Ha curato alcune campagne pubblicitarie per la LG in Turchia e la Ferrari California.

I numeri del Padiglione

Il Padiglione si estende su un'area di 4170 metri quadrati. Sono stati impiegati 60 giorni per la progettazione dell'architettura e della componente elettrica e meccanica. Il padiglione è stato realizzato in 3 mesi.

Per realizzare la struttura sono stati impiegate 200 tonnellate di acciaio pesante e 1200 metri cubi di calcestruzzo. Il Padiglione si divide fondamentalmente in due aree principali: uno spazio coperto di 70 metri per 40; un'area di eguale dimensione progettata come sezione all'aperto.

20 tonnellate di acciaio e 500 metri quadri di alluminio per l'edificio amministrativo di 2 piani e 240mq di superficie.

Il Padiglione è composto di 7 aree di cui 5 al chiuso, 3 sono state rivestite con 380mq di piastrelle di ceramica tradizionale. 24.000 le tessere di ceramica fatte a mano applicate da 12 professionisti del settore, in 2 settimane e mezzo.

800mq destinati alle aree verdi, di cui 115mq destinati a un giardino verticale e altri 115mq ospitano uno stagno decorativo. Nel giardino sono stati piantati 3 platani di 12 metri d'altezza e 6 metri di diametro, insieme a 40 alberi di melograno.

Il ristorante

Il ristorante si trova nella zona aperta del padiglione, all'ombra dei platani, dove è possibile gustare il tè e il caffè turco e la cucina del paese. Nella stessa area si svolgono mostre e laboratori, per conoscere la cultura culinaria anatolica.

La biblioteca

In fine, il padiglione è dotato di una biblioteca. Quasi un'unicità all'Expo Milano 2015. La biblioteca è dedicata ai libri digitali e cartacei della nutrizione nella storia turca, ai cibi e alle politiche agricole della Turchia.

Video presentazione Padiglione Turchia

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