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Siamo ciò che mangiamo. Padiglione Corea: oltre le degustazioni

Mangiare è assaggiare, gustare, assaporare... prima con lo spirito, anzitutto imparando a rispettarci

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Entrare nelle culture culinarie orientali non è mai parlare di semplici degustazioni, prodotti tipici, enogastronomia... ecc. ecc. Parole alle quali ci siamo assuefatti e tra un po', rischiamo che ci provochino la nausea.

L'alimentazione per gli orientali è parte integrante della vita, l'essenza del vivere quotidiano. Accostarsi ai cibi orientali è diverso dall'assaggiare un nuovo cibo, alla sagra del paese o fosse anche all'Expo 2015. Mangiare per un orientale è coinvolgere la spiritualità, non il palato fino e lo stomaco cavernoso.

La Corea, in questo, è una grande maestra. I suoi cibi vengono cotti lentamente. Una delle parole chiave della loro cucina è fermentazione. La fermentazione è lenta, richiede tempo e lascia spazio... anche al pensiero. Tutto l'opposto di una degustazione nostrana.

Hansik, Cibo per il Futuro: Sei ciò che Mangi

Con questo Concept la Corea del Sud si è presentata all'Expo Milano 2015. Il visitatore è accolto subito con domande volte alla riflessione, allo stimolo del pensiero, perché mangiare è più di quel che mangi: tu sei ciò che mangi.

La prima domanda posta è "Cosa dobbiamo mangiare?" E siccome il mangiare è un atto più profondo del nostro stomaco, "Come dobbiamo mangiare?" Si apre poi lo sguardo sugli altri e sull'ambiente per uscire dall'egoismo, "Fino a quando possiamo mangiare sostenibile?"

La Corea del Sud propone la sua cucina Hansik, come modello per il futuro. Uno stile di vita per far riflettere sulle personali abitudini alimentari, quali sono i cibi salutari per il nostro corpo e quali per il futuro delle comunità di persone, in cui viviamo tutti i giorni.

Una visita al Padiglione coreano ci farà bene, più di una degustazione, perché stimolerà il nostro pensiero prima del nostro palato, portandoci a riflettere su quello che mangiamo: l'influenza della cultura sul cibo, l'ambiente circostante, i gusti personali, le nostre preferenze a tavola.

Padiglione della Repubblica di Corea. Foto: Expo 2015. Lungo la parete i nomi di tanti cibi di ogni cultura. La sala degli 'onggi' elettronici. Planimetria del piano espositivo. Ingresso al Padiglione coreano. Immagine ravvicinata dell'ingresso al padiglione.

Il padiglione e l'architettura

La forma stessa del padiglione è l'invito a entrare nello stile della cucina coreana. La bianca struttura ha la forma della Moon Jar (Vaso Luna), ceramica della tradizione coreana, forgiata a forma di luna piena. Il recipiente viene ancora oggi usato per conservare i cibi fermentati come i jeod-gal (frutti di mare sotto sale) e i jang (salse e paste).

Il concetto espresso dal vaso bianco risalente alla dinastia Choseon, è la bellezza naturale. La bellezza si esprime nei 3990m2 di esposizione interna, suddivisi su tre piani. L'ultimo dedicato a uffici e sala VIP.

L'Esposizione

L'esposizione si trova al secondo piano e si svolge secondo un percorso condotto mediante l'utilizzo dell'arte contemporanea: molto visiva e uditiva, con tanto utilizzo di tecnologia. L'ambiente è bianco, a fare da contrasto le opere esposte.

Ricordate le tre domande iniziali. Il primo step è una riflessione sulle abitudini alimentari dell'uomo moderno, frutto della cultura nella quale siamo immersi e che noi stessi abbiamo costruito. Le nuove malattie causate dall'eccesso di cibo, l'esaurimento delle risorse alimentari, l'aumento di cibi preconfezionati.

Chiedi e la saggezza della Corea risponderà. Questa frase introduce il visitatore alla scoperta della cucina coreana, conosciuta come Hansik. Una cucina che tiene conto delle stagioni, i colori dei cibi, gli ingredienti.
Intorno alla tavola coreana ci si accosta portando il rispetto dei commensali, a partire dal più anziano. L'hansangcharim, ovvero, la tavola imbandita, presenta tutte le pietanze che faranno parte del pasto: il riso cotto, bap, i contorni, banchan.

Dopo l'equilibrio di colori e sapori, l'hansik, presenta la fermentazione dei suoi cibi. Esso è il concetto base della cucina coreana. Solitamente si utilizza un recipiente chiamato onggi, che vedremo riprodotto su grande scala nell'esposizione. La fermentazione è paragonata alla creazione della vita.

Dal tempo della fermentazione si passa alla saggezza della conservazione. Centinaia di onggi riprodotte in chiave visiva, riproducono la pioggia, la neve e le foglie autunnali che cadendo riproducono suoni realistici. Un modo per trasmettere al visitatore la tecnica di conservazione dei cibi in Corea.

L'ultima area dell'esposizione è una sala circolare di 16 metri di diametro. Avvolta in una folta vegetazione, ricorda che hansik è un cibo pieno di vita, in sintonia con la natura.

Il ristorante

Al primo piano troviamo il ristorante e il negozio di souvenirs. Il ristorante andrebbe vissuto come parte integrante della visita al padiglione, non come un agire commerciale o il semplice "pranziamo qui".

Il menu del ristorante hansik, si declina secondo le parole longevità, armonia, guarigione. Tre parole, tre menu differenti.

Longevità e fermentazione: il Kimchi. Il contorno simbolo della Corea, conosciuto nel mondo per le sue proprietà immunitarie. Durante la fermentazione sviluppa i probiotici, capaci di contrastare l'invecchiamento e produce effetti positivi sulla dieta.

Armonia e equilibrio: il Bibimbap. Un cibo ordinato, un richiamo ai 5 elementi della terra attraverso i cinque colori dei suoi ingredienti. Il bibimbap è riso misto coreano, accompagnato da salse e verdure, nutriente e ricco di fibre.

Guarigione. Il segreto che si cela dietro i sapori coreani: Jang. Tutti i piatti della cucina coreana sono sempre accompagnati dalle salse, dette jang, preparate con soia, verdure, peperoncino e altri estratti naturali. Grazie alla loro composizione, i cibi fermentati raggiungono sapori unici e perfetti.

Non solo cibo: la ceramica coreana

Il viaggio alla scoperta della cucina coreana si conclude nelle stoviglie del ristorante. Ciotole e piatti sono realizzati dallo studio di ceramica artistica Yido. Nato nel 1990 come studio artistico e galleria espositiva, oggi conta 9 negozi in Corea del Sud. Un'azienda coreana moderna racconta, attraverso l'arte ceramica, lo stile di vita di un popolo.

Per approfondire

Se lo stile di vita associato all'arte culinaria coreana vi affascina, o solo volete saperne di più, è disponibile un e-book in lingua italiana realizzato dall'Ente Turismo di Corea. E se un e-book non dovesse bastarvi, vi suggerisco di visitare www.hansik.org della Fondazione  cibo coreano: in inglese, francese e spagnolo oltre che coreano, cinese, giapponese.

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