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Padiglione Messico la 'Lanterna di Expo' generata dal chicco di mais

Dai Maya ai giorni nostri, la storia del Messico attraverso il mais, nelle opere dei suoi artisti

Lanterna di Expo
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Padiglione Messico. Foto Expo 2015/Daniele Mascolo. Interno del Padiglione Messico. Terrazza del Padiglione.

Il Messico è presente all'Esposizione Universale con un Padiglione a forma di foglie di pannocchia essiccate. In modo iconografico e chiaro, il padiglione anticipa al visitatore il viaggio che sta per compiere, alla scoperta del mais, simbolo della cultura gastronomica messicana e base della nutrizione del popolo.

Il Concept del padiglione è "Messico, il seme di un nuovo mondo: cibo, diversità ed eredità" — La semilla de un nuevo mundo: comida, diversidad, patrimonio.

Entrare nel Padiglione Messico è compiere un viaggio nella storia antica, fino a risalire all'epoca dei Maya, secondo la cui mitologia, l'uomo fu generato dal mais. Ecco il legame profondo tra il popolo messicano e questo alimento. E in un certo senso il mais genera la vita dell'uomo, perché gli fornisce sostentamento.

Il Messico è anche il Paese d'origine del mais e dal 2010, l'UNESCO, lo ha dichiarato Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.

Architettura del Padiglione

Le foglie che avvolgono il padiglione richiamano la foglia essiccata del mais, che in lingua nahuatl, si scrive totomoxtle. Esse sono state realizzate in tessuto trasparente, per consentire il filtraggio della luce solare intensa e lasciare gli spazi interni illuminati da una luce attenuata. Di notte, il sistema di luci interno, illumina in modo affascinante l'intera struttura, che per la sua particolarità è stata soprannominata "Lanterna di Expo".

Il padiglione messicano è stato realizzato dall'architetto Francisco Lopez Guerra. I 2.000mq di spazio espositivo si trovano all'incrocio tra il Cardo e il Decumano, al numero 92. La struttura si eleva per cinque piani, collegati tra essi da un sistema di rampe simile agli antichi terrazzamenti agricoli dell'impero di Nezahualcoyotl, il "re poeta", vissuto tra il 1427 e il 1472.

Un seme filo conduttore

Il chicco di mais, un piccolo seme che porta in sé l'eredità generativa di nuova vita, è l'ispiratore di tutto il percorso che si svolge su 6 livelli. Il seme come eredità di un patrimonio genetico, diventa eredità di conoscenze e pratiche tradizionali.

La Magnolia, all'ingresso del Padiglione, è simbolo del legame tra i messicani e la natura. Da quest'albero parte un canale d'acqua che, insieme al giardino, richiama le chinampas, antiche isole artificiali costruite dai toltechi nei laghi.

I 6 livelli del Padiglione

L'esposizione mostra la biodiversità, l'agricoltura, la cultura culinaria del Messico, attraverso le opere d'arte dei suoi maggiori artisti contemporanei, i quali hanno realizzato i vari livelli.

Entrati nel padiglione, il visitatore è accolto dalla "Lluvia", una fontana con una cascata a flusso circolare, realizzata dall'artista visuale Maria José de la Macorra. Lo scorrere dell'acqua innesca il movimento di collane che rappresentano i chicchi di mais, mentre il suono evoca la pioggia che rende fertile la terra.

Il percorso inizia al livello 3, dove un racconto per immagini presenta la biodiversità del Messico. Qui è esposta l'opera di Alejandro Pintado, "Especies endémicas de México", realizzata con una tecnica di collage su carta, per immortalare le specie endemiche di piante e animali.

Al 5° livello è stato ricreato un dialogo tra la statua Macuilxochitl — il principe dei cinque fiori — caratteristica della cultura centroamericana, e le sculture di ossidiana realizzate da due artisti contemporanei. Sullo sfondo due schermi raccontano la nascita e la crescita del mais da un punto di vista naturale e spirituale.

Siamo al livello 7. 200 cucchiai di legno ricoprono il soffitto e fanno da cornice musicale a due Alberi della Vita realizzati dagli artigiani della città di Metepec (a circa 63Km da Città del Messico). Nella stessa area si ammira il quadro Arbol Nodriza, una rilettura del mito nahuatl degli uomini che tornano bambini mangiando i frutti dell'albero sacro: chichihuacuauhco.

Negli stessi spazi, gli chef stellati messicani si alternano ai fornelli per far conoscere al mondo la cucina messicana, insegnando loro i segreti delle ricette.

Il livello 9 è preceduto da cactus e reguiletes, le girandole colorate che hanno attratto migliaia di bambini giunti in visita al padiglione. Siamo sulla terrazza. In un angolo c'è l'area relax con ampio giardino abbellito da piante native. Al livello 11 è presente il ristorante "Besame mucho", con 72 posti a sedere, disegnato da Ricardo Casas.

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