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Donne e architettura urbanistica: attente ai bisogni delle persone

Si è volto il 2 luglio il mini convegno '#CittàDonna. La città ricostruita al femminile'

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Foto di gruppo. Città Doona. La città ricostruita al femminile. Ada Lucia de Cesaris vicesindaco di Milano. Carlo Pesenti di Italcementi e il moderatore Walter Mariotti. Visione d'insieme dei relatori nello spazio Women's Weeks. Samia Nkrumah leader di un partito politico Ghanese.

Il 2 luglio si è svolto presso Palazzo Italia, nello spazio dedicato al Women's Weeks, l'incontro dal titolo "#CittàDonna. La città ricostruita al femminile". Organizzato dall'ArcVision Prize di Italcementi, con la collaborazione di Women for Expo. Al convegno hanno partecipato varie donne esperte di architettura, architette e impegnate nel cambiamento urbanistico della propria città e del proprio Paese.

Il Consigliere delegato di Italcementi Carlo Pesenti, ha spiegato il motivo di questo incontro: «Grazie all'incontro tra ArcVision Prize e We Women for Expo, la riflessione sul futuro dell'architettura sostenibile si intreccia ancora di più con la valorizzazione del ruolo della donna nella società e con il suo punto di vista sui necessari cambiamenti dei luoghi e dei tempi delle nostre vite. Da qui parte un'idea di rigenerazione urbana e sociale delle nostre città e dei nostri territori. Non solo le donne sanno dare sentimento e sensibilità all'architettura: la loro immaginazione ci aiuta a pensare e progettare città più vivibili, più attente ai bisogni della persona, in definitiva più umane».

Città: spazio a chi le abita

Marta Dassù, presidente esecutivo Women for Expo, crede che sempre più donne si occuperanno delle città e che «una città sostenibile deve avere tempo e spazio per la vita di chi la abita. Le donne sono parte fondamentale del processo d'innovazione».

Nella rigenerazione delle città è impegnata la Italcementi con il progetto RIFO della professoressa Emanuela Casti dell'Università di Bergamo. Il progetto punta a riqualificare le città a partire dalle periferie, recuperando edifici obsoleti e aree dismesse.

Una città che guarda ai bisogni veri

Ada Lucia de Cesaris, vicesindaco di Milano, ha guardato all'identità del territorio milanese: «Lo sviluppo di una città prevede diverse tecniche, ma deve sicuramente partire dall'analisi delle esigenze del vivere e dell'abitare. Il valore aggiunto della visione femminile è la capacità di capire che la città non è una cosa astratta e che le scelte di noi amministratori incidono sulla vita delle persone».

Da un altro punto di vista, ma sulla stessa lunghezza d'onda, lo sguardo urbanistico alle esigenze delle persone nelle parole di Luisa Fontana. Architetto e finalista della prima edizione dell'ArcVision Prize women and architecture 2013: «Noi dobbiamo trovare il coraggio di rivoluzionare i modelli. Oggi è più che mai necessario avere un approccio e una sensibilità diversi rispetto al mondo. Da progettista sento l'esigenza di partire dai bisogni veri, anche delle fasce deboli, in particolare quando si progettano spazi pubblici».

Architettura, città e urbanistica: un modello maschile

Claudia Parzani, avvocato, dal suo punto dii vista, vede le città condizionate da un modello maschile, che ha creato un paesaggio urbano che spinge le persone ai margini e non tiene conto di tutte le categorie di cittadini. Dice: «A volte mi capita di chiudere gli occhi e chiedermi come vedo la città. Milano è una città "maschile". Le donne non hanno ancora accesso a molte opportunità. Fortunatamente, le quote di genere hanno dato la possibilità alle donne di essere visibili, portando l'Italia a essere un vero e proprio modello. Per completare il percorso, dovremmo riflettere su cosa vogliamo diventare domani».

All'incontro era presente Samia Nkrumah, Ambassador Women for Expo e componente della giuria arcVision prize, leader femminile di un partito politico in Ghana. Dalla sua esperienza politica in un contesto complesso, sono arrivate le parole di un impegno di cambiamento «per la felicità delle persone che vivono nelle città, creando ricchezza e benessere. In ogni cambiamento forte le donne sono presenti, ma occorre che accrescano sempre più la loro capacità di decidere».

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