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Desertificazione causa delle migrazioni verso l'Unione Europea

L'80% dei conflitti armati si verificano in ecosistemi poveri d'acqua. Il degrado delle terre minaccia la sicurezza globale

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Deserto e volto di anziana
Foto: pixabay.com

Durante la giornata mondiale dedicata alla desertificazione e alla siccità, del 17 giugno, Expo Milano 2015 ha ospitato un importante convegno internazionale dedicato al tema. Evento organizzato dalle Nazioni Unite, con l'intento di informare l'opinione pubblica del grave rischio per la sicurezza, che il pianeta sta correndo a causa della desertificazione.

Lo ha affermato anche la Signora Monique Barbut, Segretario esecutivo della Convenzione dell'ONU contro la desertificazione:

″Il degrado delle terre coltivabili è una crescente minaccia alla sicurezza globale″.

La desertificazione è un motivo di migrazione nel Sahel: la fascia africana che attraversa longitudinalmente tutta l'africa del nord, dall'oceano Atlantico al Mar Rosso. Anche la radicalizzazione dei giovani di questo territorio, non è una coincidenza. La comunità internazionale è chiamata a intervenire, per rafforzare la sicurezza alimentare e creare occupazione giovanile.

La signora Barbut ha detto: "Quando il degrado del suolo raggiunge un livello che minaccia seriamente le popolazioni, può trasformarsi in un problema di protezione. Dati del 2007, mostrano come l'80% dei principali conflitti armati che affliggono le società, si sono verificati negli ecosistemi poveri d'acqua".

È possibile recuperare?

La rotta è invertibile, come dimostrato in Burkina Faso, dove una gestione sostenibile del territorio ha aumentato di 4 volte i raccolti. Nella zona del Maradi, il livello delle acque del Niger è aumentato di 10 metri. In Cina, l'uso corretto del territorio ha fatto raddoppiare la produzione di grano.

E chiaro, come ha ricordato il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, che c'è un nesso tra degrado delle terre coltivabili e insicurezza, perché sono minati i diritti umani, compresi il diritto al cibo e all'acqua.

Ban Ki-moon, nel messaggio per la giornata mondiale contro la desertificazione ha detto: "Un mondo dove sono garantiti tutti i diritti al cibo, acqua e sicurezza umana è possibile. Ma abbiamo bisogno di cambiare corso e iniziare a proteggere ogni ettaro di terreno che può fornire cibo o acqua dolce. La terra è una risorsa rinnovabile, ma solo se investiamo nel rendere la terra neutrale al degrado".

Nel mondo, solo 7,8 miliardi di ettari di terreno sono coltivabili . Circa 2 miliardi di ettari sono già impoveriti, di questi 500 milioni sono stati completamente abbandonati. Sono terreni ripristinabili per usi futuri. Purtroppo dal 1983 al 2005, solo il 16% dei terreni degradati sono stati recuperati e principalmente nel Sahel.

Il 99.7% delle fonti di nutrimento per l'umanità provengono dalla coltivazione dei terreni. Si comprende come la desertificazione e la siccità, siano una minaccia alla nostra sicurezza alimentare. In particolare è vero per quelle popolazioni povere o che più direttamente dipendono dalle coltivazioni. Quando le terre di questi ultimi, smettono di produrre cibo, per loro no c'è altra scelta: migrare o innescare guerre per ottenere cibo.

Siamo direttamente implicati in tutto ciò

Come ha sottolineato Giampaolo Cantini, Direttore generale per lo Sviluppo e la Cooperazione italiana, viviamo direttamente le implicazioni negative di questo degrado dei territori. Ne facciamo esperienza tutti i giorni con gli sbarchi di migranti che risalgono da sud il Mediterraneo, verso l'Unione Europea. Occorre collaborare per rimuovere le cause. Ne va della stabilità, della pace e tranquillità dei popoli.

Non solo Africa

La desertificazione non è un male che affligge solo l'Africa. In Messico più di 700.000 persone migrano ogni anno dalle zone aride.

Il Ministero della difesa del Regno Unito ha condotto uno studio sulla relazione desertificazione e migrazione dei popoli. Il rapporto stima una migrazione planetaria pari a 135 milioni di persone entro il 2045.

Investire nel ristabilire i terreni in via di desertificazione, è molto meno oneroso che pagare poliziotti e servizi di assistenza ai migranti in fuga da conflitti causati dalla mancanza di cibo.

La FAO fa notare che il sistema Vallerani, basato su una tecnologia ispirata a pratiche tradizionali, ha contribuito a ripristinare oltre 50.000 ettari di terreni agricoli in Burkina Faso, Senegal e Niger.

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