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Come reagisce la famiglia nell'uso della TV

"L'approccio della famiglia nei confronti della TV. Il ruolo attivo dei genitori e la competenza tecnologica dei figli"

La ricerca del CISF ha rilevato cinque nuclei problematici che sintetizziamo di seguito (essi vanno considerati come i risultati della ricerca):

I membri della famiglia distinguono tra media e media

1) I media presenti nelle famiglie danno una immagine di sé distinta a seconda anche dell’ambiente in cui sono consumati. La ricerca raggruppa i medium nelle seguenti categorie: extradomestici, non propriamente domestici e domestici. I primi sono il cinema e il teatro a cui le famiglie gli attribuiscono una funzione socializzante e di svago: una opportunità di stare tutti insieme ma fuori casa. I secondi sono percepiti, non tanto dalla famiglia nella sua globalità, quanto da singoli o sottogruppi del nucleo, come strumenti per l’approfondimento di tematiche specifiche. Essi sono i quotidiani, le riviste, i libri, i dischi che possono essere utilizzati in casa o fuori casa. I media propriamente domestici sono considerati la radio, la tv, il computer. Per questi c’è un consumo variegato, che si avvicina alle modalità di fruizione dei primi due gruppi, nel senso che, come per la radio e il computer, l’uso è di tipo individuale o di sottogruppi. Solo la tv consente un uso che ingloba tutte le modalità: uso individuale, di sotto gruppo, o un uso coinvolgente tutta la famiglia. La Tv ha anche la capacità di sostituirsi a tutti gli altri medium fino ad ora elencati, tanto da essere usata come “radio che si ascolta”, come “sala cinematografica” (la visione di un film in prima serata), come quotidiano quando si vede il telegiornale o la rassegna stampa. I bambini la utilizzano per vedere cartoni animati e in quel caso lo schermo si trasforma in un “racconta fiabe”.

I media sono a pieno titolo parte del contesto familiare, perché modificano lo spazio domestico. Questa situazione influisce sull’uso dei mezzi da parte del nucleo familiare, il quale da un lato risponde ai bisogni con due modalità: si parla di «diete multimediali effettive» quando in famiglia c’è un giusto equilibro nel consumo dei vari media, si parla di «diete multimediali fittizie», quando il medium televisivo è usato in sostituzione di tutti gli altri. Dall’altro lato nella famiglia si hanno situazioni di coesistenza e di scambio d’informazioni. Allora troveremo famiglie in cui l’uso dei singoli medium è dato in gestione (in delega) a ciascuno e la sintesi è fatta dalla famiglia intera.

Il 'filtro' e la regola non scritta

2) La televisione entra in casa senza nessuna barriera. Ciò non vuol dire che in famiglia non vi sia un filtro. Anzi, esiste e spesso è tacito, fondato su una regola non scritta ma sperimentata nel quotidiano. Il filtro si attiva soprattutto durante la visione collettiva, dove è il capo famiglia o sono i figli più grandi (per delega formale del padre o tacita) a decidere cosa vedere, in base anche alla stanza nella quale ci si trova. Se in cucina o in salotto, luoghi deputati all’incontro di tutto il nucleo, la scelta dei programmi è mediata in base ai gusti generali di tutti; se la visione avviene nella camera da letto, la scelta è individuale. In altre ore della giornata gli attori che decidono dell’uso, possono essere diversi e ciò è legato a vari fattori. Come, a titolo esplicativo, è la presenza della madre in casa, la quale consuma il medium televisivo durante i servizi di rassettamento o quando è ai fornelli. É importante sottolineare che la gestione della tv e di altre apparecchiature tecnologiche è tendenzialmente nelle mani dei figli più grandi, ai quali si riconosce una maggiore capacità di usare gli strumenti. Nell’uso della televisione esiste poi un calendario scritto o mentale che stabilisce il programma da vedere, nell’ora determinata, di quel giorno della settimana. Il calendario, in alcune famiglie, è stabilito tutti insieme dopo che uno dei membri si è informato, sui giornali specializzati, dei palinsesti televisivi della settimana. In fine, le ore da spendere nell’uso del medium è sicuramente il filtro più potente, molto utilizzato dai genitori e avvertito dai figli come generalmente utile.

Come la famiglia fruisce della televisione: i 2 'frame'

3)La variabilità nelle modalità di visone dipende anche da altri fattori. Abbiamo a che fare con due quadri di riferimento. Il primo presenta una fruizione televisiva motivata dalla scelta di seguire un determinato programma; il secondo quadro presenta una fruizione familiare della tv, motivata dal desiderio di interagire con gli altri membri della famiglia. Nei due ambiti, che la ricerca chiama frame televisivo e frame familiare, si presentano schemi di consumo assai differenti ma che sono difficilmente distinguibili e spesso la loro comparsa è affidata alla casualità del momento. Il passaggio da un frame all’altro è scandito da una serie continua di spostamenti delle persone, di atti di risarcimento per un programma non visto, compromessi. Proprio i commenti che si rilevano davanti al video ci danno l’idea chiara delle dinamiche mentali appena citate. icona

Cosa dice la famiglia durante i programmi TV?

4)La ricerca si domanda pure cosa resta dei programmi televisivi quando essi entrano nello spazio domestico. É stato rilevato che i commenti dei fruitori è diverso da contenitore a contenitore. Durante i game show, il fruitore sta al gioco seguendo le regole e tifando per un concorrente piuttosto che per un altro. Le frasi pronunciate tendono a essere le risposte alle domande poste dal conduttore ai concorrenti, commenti negativi sul conduttore e via di seguito. Durante una fiction si tende a commentare la scena recuperando i fili della storia e anticipando gli eventi successivi. Anche i programmi sportivi sono vincolanti, perché i commenti si limitano a giudicare un’azione vista, a commentare le qualità tecniche dell’atleta. Nel caso dei varietà e degli spettacoli di intrattenimento la trama del programma tende a sgretolarsi più agevolmente e l’attenzione di chi fruisce è intermittente così come i commenti sono più liberi e vaghe sono le interpretazioni. Nel caso del telegiornale si tende a usare le notizie come pretesto per parlare di sé o della famiglia, si fa riferimento a vissuti personali o collettivi.

Gli esempi estremi: la famiglia ipercritica e ipertecnologica

5) L’uso della televisione si organizza secondo stili ricorrenti. Le condizioni socio-economiche non sembrano avere un influsso rilevante, mentre l’aspetto culturale e relazionale sì. Ma nessuno di tali fattori si può considerare determinante nella scelta dei media e sue offerte. É un insieme di proprietà, invece, che influiscono. Ai fattori già riportati vanno aggiunti le esperienze pregresse della famiglia e dei singoli, le immagini di sé che i familiari hanno costruito, la capacità del nucleo di reagire agli stimoli esterni, ecc. Agli estremi opposti del campione di ricerca, si sono sistemate due famiglie, che possiamo presentare come esempi lampanti delle complesse relazioni che s’instaurano tra media e famiglia: una ipercritica di fronte alla televisione con un approccio censorio, l’altra ipertecnologica e con un approccio votato al massimo consumo possibile del medium video.

Conclusioni sulla ricerca

Quelli fino ad ora esposti sono i risultati della ricerca. Essi ci mostrano non essere vero che il piano delle comunicazioni di massa e quello della comunicazione interpersonale si contrappongono e vero al contrario che essi si intersecano di continuo nella famiglia. Neanche è vero che la televisione spegne il dialogo, così come non è vero che i soggetti siano completamente indifesi di fronte alle proposte mediali, ma i membri del nucleo filtrano ciò che ricevono dal televisore, e se ne servono per la propria vita anche in maniera originale. Neanche si può sostenere che i mass media assorbono quasi tutte le energie e i tempi della famiglia, piuttosto si può affermare che essi sono trattati come uno tra gli innumerevoli componenti dell’universo familiare.1

La ricerca cui ci stiamo riferendo ha due limiti, descriverli aiuta il lettore a inquadrare i confini entro cui muoversi. Il primo è legato al tempo dell’indagine. L’innovazione tecnologica, è sotto gli occhi di tutti, non ci dà neanche il tempo di prendere confidenza con uno strumento elettronico che già è obsoleto o sostituito da un modello con funzionalità più all’avanguardia. Al tempo in cui la ricerca veniva effettuata, i Personal Computer in Italia erano ancora poco presenti nelle famiglie italiane; internet non aveva ancora varcato i confini delle università e dei centri di ricerca,2 il cellulare non era ancora diffusamente commercializzato, la Tv satellitare muoveva i primi passi.3 Sembrano limiti superflui e in realtà se guardiamo le statistiche sull’uso dei sistemi di comunicazione degli ultimi anni – raccolti nell’ultimo paragrafo del capitolo presente – ci accorgiamo che così non è. Il secondo limite è legato al tipo di metodologia utilizzata, il quale non permette generalizzazioni in senso statistico, rispetto alla popolazione italiana e rispetto al campione di famiglie esaminato. Lo scopo della ricerca, tuttavia, era un altro e di tipo qualitativo piuttosto che quantitativo:

  • «cogliere in tutta la loro ricchezza la presenza e l’azione dei media all’interno delle mura domestiche […], grazie all’adozione dell’approccio etnografico».4

Obiettivo che agli autori della ricerca è sembrato «quantomeno avvicinato».

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Note
  1. L’Ospite fisso, 21-96. img nota

  2. Solo nel 1994 al CERN di Ginevra un gruppo di ricercatori metterà a punto il primo browser della storia: Mosaic. img nota

  3. Oggi la percezione è che della pay tv non possiamo farne a meno. img nota

  4. L’Ospite fisso, 19. img nota