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2.3 - La lingua nazionale e il dialetto

"La lingua nazionale e il dialetto nelle famiglie italiane. I casi 'comuni' di famiglie miste e famiglie miste internazionali"

Lo scambio di messaggi in famiglia è reso possibile dalla lingua appresa. Per lingua acquisita, intendiamo la lingua parlata nel contesto nazionale in cui si nasce. In situazioni normali la lingua parlata in famiglia è la stessa e da tutti conosciuta, alla quale sovente si aggiunge il dialetto locale. L’idioma può essere considerato come una seconda lingua dal momento che è usata, a seconda di vari fattori, da sola o unitamente alla lingua nazionale.1 L’utilizzo promiscuo del dialetto e della lingua nazionale nelle conversazioni familiari, con gli amici o interagendo con gli estranei è una situazione comune in Italia, che non desta nessun problema di comunicazione alla famiglia.2

Si definiscono comunità plurilingui quelle in cui lingua ufficiale e idioma vivono l’uno accanto all’altro o si mescolano senza problemi rilevanti: è il caso dell’Italia, ma in realtà di tutte le nazioni del mondo. In Italia i dialetti mutano da regione a regione, e, a causa dei movimenti migratori interni, da decenni esistono famiglie a idioma misto. Riferendoci alle coppie di fidanzati e di sposi, indistintamente, là dove nella dìade convivono idiomi diversi, la differenza nella comunicazione è superata dall’uso della lingua nazionale. Inoltre, molte differenze sociolinguistiche che possono emergere, spesso sono già note o facilmente spiegabili al fidanzato/a o coniuge.

Esistono anche nazioni o regioni geografiche bilingui. In tali casi vi è una netta distinzione tra gruppi che parlano l’una o l’altra lingua. Il bilinguismo si distingue in una forma dove le comunità conoscono anche passivamente l’altra lingua e in una forma in cui le comunità non comprendono affatto la lingua dell’altro gruppo sociale (quest’ultimo è meglio noto come il caso di lingue contigue). Il bilinguismo si distingue dalla diglossia, la quale prevede la convivenza di persone parlanti l’una o l’altra lingua a seconda della situazione d’uso del linguaggio.3

Il discorso fin’ora riportato l’abbiamo applicato alla famiglia, in realtà fa riferimento prima di tutto a una società nella sua integralità, si giustifica la sua presenza in queste pagine, perché la famiglia è parte della società.

Ci sembra di dover distinguere i casi riferiti sopra, dai casi di famiglie in cui i coniugi non appartengono alla stessa nazionalità, poiché i primi si applicano a intere popolazioni, i secondi a singole famiglie, o, se a più famiglie, esse non sempre sono legate tra loro da vincoli sociali specifici. Le famiglie in cui i coniugi non appartengono alla stessa nazionalità, si presentano sempre più come fenomeno “normale”, non più come unicità all’interno di una società dove si pratica la stessa lingua. Considerato che nelle regioni italiane sono in crescita il numero di famiglie in cui entrambe i coniugi sono stranieri,4 si rende necessaria una distinzione in merito, in parte evidenziata dalle statistiche Istat medesime. Distinguiamo famiglie miste,5 famiglie internazionali,6 famiglie miste internazionali.7 Le statistiche Istat non riportano la distinzione da noi fatta tra famiglie internazionali e miste internazionali, più genericamente si elenca la frequenza di matrimoni in cui entrambe sono stranieri; mentre le tabelle riportano le macro-aree di cittadinanza e relativi valori percentuali.8

Per essere più chiari presentiamo un esempio in merito a quanto appena esposto: le famiglie miste sono quelle in cui la coppia è composta da un italiano e una straniera, le famiglie miste internazionali sono quelle costituite da un uomo di nazionalità tedesca e una donna francese. Realtà particolari, come possono essere i quartieri metropolitani o generiche aree urbane, in cui si riscontrano alte concentrazioni di famiglie delle tre tipologie sopra indicate non sono fornite dalle statistiche da noi esaminate.

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Note
  1. Indagine Multiscopo sulle famiglie “I cittadini e il tempo libero”, vol. Letture e linguaggio, a cura di L. Valdoni, Istat, 2000, p. 103-104. img nota

  2. Valdoni, Letture e linguaggio, 103-105. img nota

  3. E. Rigotti, Linguaggio, in Nuovo Dizionario di Sociologia, 1136. img nota

  4. Secondo la Nota informativa Istat “Il matrimonio in Italia” sono 3,5 matrimoni ogni 100 totali nel 2004, tab. 3, p. 6. img nota

  5. Famiglie miste: intendiamo quelle in cui la coppia di sposi è composta di uno sposo italiano e una sposa straniera o viceversa. Secondo la Nota informativa Istat “Il matrimonio in Italia: un’istituzione in mutamento”, Roma, 2007, i matrimoni dove almeno uno dei coniugi è straniero/a sono 12,3 ogni 100 totali nel 2004, tab. 3, p. 6. img nota

  6. Nella coppia entrambe sono stranieri, ma di identica nazionalità. img nota

  7. Dove i coniugi appartengono a nazionalità distinte e nessuno dei due è italiano. img nota

  8. Rimandiamo alla tab. 4, p. 7 della citata Nota “Il matrimonio in Italia” per altri approfondimenti. img nota