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Le maggiori aziende Bitcoin spodestano il Bitcoin Core team? La nuova roadmap

Al Consensus 2017 di New York le maggiori aziende Bitcoin firmano un documento che sembra voler spodestare il Bitcoin Core Team: quali le conseguenze?

   

Foto: pixabay.com.

Oltre 50 delle maggiori aziende Bitcoin, durante Consensus 2017 di New York, hanno pubblicato un comunicato stampa (datato 23 maggio 2017 e aggiornato il 25 maggio) in cui di fatto spodestano il bitcoin Core team, presentando una nuova roadmap:

  • Attivazione di Segregated Witness all'80% (invece dell'attuale 95%).
  • Attivazione di un hard fork per l'ampliamento del blocco a 2MB nei 6 mesi successivi (da settembre 2017).

Un atto di forza bruta?

Le 56 società rappresentano: 22 nazioni; l'83,28% dell'hashing power impiegato a estrarre Bitcoin e garantire la sicurezza della rete; 5,1 miliardi di Dollari USA al mese in termini di volumi di scambio sulla Bitcoin Network; 20,5 milioni di portafogli Bitcoin.

Si comprende come da sole basterebbero ad attivare la nuova roadmap e a far uscire dallo stallo la situazione che vede una rete Bitcoin incapace di sostenere il flusso di transazioni e con costi su queste ultime sempre più alti.

Tra le società firmatarie del 'Bitcoin Scaling Agreement at Consensus 2017', troviamo:

Coinbase, Bitfury, Bitmain, BitPay, Blockchain, btc.com, bter.com, Digital Currency Group, F2Pool, Genesis Mining, Jaxx e altre.

Cosa propone il 'Bitcoin Scaling Agreement at Consensus 2017'?

L'accordo firmato durante l'evento internazionale dedicato alla tecnologia blockchain, Consensus 2017, prevede l'abbassamento della soglia affinché Segwit possa essere considerato lock-in. Il secondo step prevedrebbe l'ampliamento della dimensione del blocco da 1MB attuale a 2MB.

L'accordo si basa sulla proposta avanzata da Sergio Demian Lerner di RSK Labs (Argentina), denominata 'Segwit2Mb - combined soft/hard fork'. Tale proposta era stata avanzata il 31 marzo 2017. Secondo Lerner basterebbero poche linee di codice, al massimo 150 - 200, per effettuare la modifica. L'impatto economico sui miners sarebbe minore del 10% (inferiore cioè all'impatto economico inflitto dall'ultimo halving di giugno 2016).

Alcune delle società firmatarie si sono rese disponiibili per effettuare l'upgrade del software con i relativi test di verifica: Xapo, Abra, Bloq, BTCC, Circle, Ledger.

La risposta degli sviluppatori del Bitcoin Core

Facciamo un passo indietro rispetto all'accordo firmato al Consensus 2017 e torniamo al 31 marzo 2017, quando Lerner ha avanzato la sua proposta Segwit2Mb. In risposta è arrivata la diretta e schietta osservazione di Matt Corallo del Bitcoin Core. Questi ha bollato Segwit2Mb come una proposta che ignorava gli ultimi 2 anni di ricerca riguardo il Bitcoin hardfork. Inoltre Corallo la considera una proposta rischiosa per l'intera Bitcoin Network, per i grandi progetti di software e per gli utenti.

Ecco perché durante la riunione per la firma dell'accordo al Consensus 2017, i membri del Bitcoin Core non si sono presentati. Tra le aziende che hanno declinato l'invito troviamo Blockstream.

Anche per Yifu Guo, founder di Avalon, ora Canaan, la proposta ha forti limiti e non crede sarà mai possibile applicarla (Fonte: Coindesk.com).

Segwit2Mb non si può attuare prima dell'esito di Segwit

Matt Corallo ha fatto inoltre notare come la proposta sia irrealistica, in quanto Segwit2Mb non si può attuare prima dell'esito di Segwit. E la ragione sta nel codice implementato nell'ultima versione del Bitcoin Core 0.14 (Fonte: Cointelegraph.com).

Cosa si prospetta all'orizzonte?

Secondo alcuni degli intervistati dal Coindesk (leggere l'articolo dedicato per una visione d'insieme), si è a un punto di vera rottura ed è inevitabile. Questa volta però si rischia di avere un doppio Bitcoin, ma siccome non è possibile, una delle due blockchain che si andrà a creare sarà costretta a morire. Sarà davvero questa la prospettiva?

La mia personale opinione

La situazione così non può andare avanti. L'intasamento nella rete Bitcoin è evidente a tutti coloro che vi operano: le transazioni non arrivano a destinazione se non pagando alte commissioni; i costi delle commissioni hanno di gran lunga superato i costi di un bonifico e di altre modalità di trasferimento di denaro. Questo è sempre stato uno dei "cavalli di battaglia" delle monete digitali: il basso costo, quasi ridotto a zero, rispetto ai costi imposti dalle banche.

E poi. Se si vuole una vera e fondata svolta per il Bitcoin, si deve permettere a tutti, non a poche centinaia di migliaia di persone nel mondo, di usare il Bitcoin. La rete così come è oggi strutturata non lo consente.

Il prezzo del Bitcoin vola. Oggi ha toccato i 2700 USD su alcune piattaforme di exchange, poi è sceso a circa 2400 USD. Se la situazione resta in condizione di stallo e gli utenti si rendono conto che il Bitcoin è uno strumento monetario incapace di evolvere, punteranno su altri progetti e allora il valore del Bitcoin sarà una stella cadente molto luminosa...


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